Research project
PRIN 2012
Research units
RU - University of Torino
Tectonic, metamorphic and sedimentary evolution of the Himalayas and Western Alps.
Resp. Prof. R. Carosi
Ricostruire l’architettura tettonica e metamorfica di porzioni di catene collisionali Alpino-Himalayane e determinare i meccanismi di esumazione delle rocce crostali della litosfera Indiana coinvolta nella collisione tramite un approccio multidisciplinare con integrazione di dati tettonici, strutturali, metamorfici, petrologici e geocronologici (U. Pisa e Torino). Gli obiettivi sono stati:
- stabilire le strutture crostali o litosferiche responsabili della esumazione della rocce metamorfiche in contesti collisionali con diversi gradienti di pressione (HP: Alpi; HT: Himalaya) e il loro ruolo nel rilascio di CO2 metamorfica nell’atmosfera;
- stabilire se l’esumazione del nucleo metamorfico dell’Himalaya sia avvenuto per l’attivazione di diverse strutture e determinare l’età di tale esumazione.
I tempi rapidi o meno della esumazione delle rocce cristalline sono rilevanti in relazione al possibile rilascio nella atmosfera di CO2 di origine metamorfica.
Da Wang et al. 2016 Tectonophysics
RU - University of Milano Bicocca
Sedimentology, fluvial sediments, geochronology, fluid inlcusions
RU 1 Resp. Prof. E. Garzanti
L’ obiettivo prioritario dell' Unità di Milano-Bicocca era quello di fare progressi significativi nella comprensione della evoluzione tettonica, topografica ed erosiva delle catene montuose associate a subduzione continentale, con particolare riguardo al sistema alpino-himalayano. In particolare ci siamo proposti di indagare l' impatto dei processi tettonici sulla esumazione delle rocce, sulla formazione del rilievo e sulla produzione dei sedimenti, e in particolare i complessi effetti di retroazione tra processi endogeni ed endogeni con particolare riguardo alle modificazioni del clima a scala regionale e globale.
Poiché ogni catena ha le sue peculiarità, che dipendono per esempio dalla geometria della collisione come pure dalla storia geologica e dalle caratteristiche dei margini continentali coinvolti, per capire quali sono i processi fondamentali che danno luogo in generale alla strutturazione e alla formazione del rilievo in una catena collisionale è assai utile confrontare l' evoluzione di catene montuose con caratteristiche geologiche differenti e prodotte in differenti contesti climatici.
Partendo da questo presupposto, la nostra Unità di Ricerca nello spazio di un triennio ha conseguito risultati importanti soprattutto sulla catena himalayana, ma anche in diverse regioni adiacenti, coprendo buona parte del sistema alpino-himalayano.
Altro obiettivo essenziale era quello di comprendere piu’ a fondo e ove possibile, a livello non solo qualitativo ma anche quantitativo, l’ effetto di processi fisici e chimici sulla composizione dei sedimenti lungo tutto il ciclo sedimentario, dai processi attivi alla sorgente, dalle modificazioni subite dai sedimenti durante il trasporto e la deposizione, fino ai cambiamenti mineralogici dovuti a processi diagenetici. Con l’ attenzione rivolta prima di tutto alla raccolta di una notevole quantità di dati composizionali (petrografici, mineralogici, geochimici, geocronologici) era essenziale anche sviluppare strumenti concettuali e pratici per il trattamento dei dati che facilitasse la fase di interpretazione e modellizzazione.
RU 2 Resp. Prof. M. L. Frezzotti
La ricerca dell’unità di Milano Bicocca ha avuto come obiettivo principale la modellizzazione del trasporto profondo del carbonio nel mantello da parte di fluidi e fusi in ambienti subduttivi ed intraplacca a scala globale. La ricerca si è concentrata su lo studio termodinamico, petrologico e geochimico di rocce e fluidi profondi COH, con esempi di studio nelle regioni Italiana e Himalayana. La ricerca ha anche affrontato le implicazioni per la genesi del magmatismo e per i modelli strutturali del sistema litosfera-astenosfera.
RU - University of Trieste
Seismic tomography.
Resp. Dot. F. Romanelli (Prof. G. Panza)
L'unità ha studiato la struttura e la dinamica delle zone di subduzione continentale, dalla scala litosferica a quella crostale, e dalla scala globale, attraverso lo studio comparativo della struttura delle zone di subduzione (e.g. Alpi, Himalaya, Appennini), a quella locale, con particolare riferimento alla zona periadriatica. I modelli ottenuti forniscono un maggior dettaglio sulla geometria e sulle proprietà meccaniche e termiche degli slab in subduzione permettendo anche l'identificazione di aree di fusione parziale nel mantello superiore.